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Immagine del redattoreRodolfo Maggio

Asians do it better. Ma perché?

Aggiornamento: 12 apr 2023

[ ? ] Perché diverse società nell'Asia Orientale hanno gestito / risolto la diffusione del virus COVID-19 con maggiore successo e rapidità rispetto a molte società in altre parti del mondo? Ci sto pensando da settimane e le idee, piano piano, si stanno chiarendo.


Ecco alcuni degli argomenti al momento in discussione.


"Società mascherate"

Una delle cose che sento più spesso dire è che in Asia Orientale "sono abituati a mettere la mascherina". Ni, nel senso che, sì, chiunque abbia passato anche solo poche ore in uno scalo asiatico avrà notato una quantità di "mascherati" incomparabile a qualsiasi area in Europa o delle Americhe. Ma caratterizzare Giappone, Cina, Corea del Sud, Vietnam... come "società mascherate" è quel che si dice un argomento essenzialista, perché assume che il portare la mascherina sia in qualche modo connaturato alla loro essenza di "asiatici". Ma se si opera anche solo una breve recensione dei loro diversi percorsi storici, si vede subito che società diverse indossano maschere per motivi diversi. Non è questa la sede per entrare nel dettaglio di ogni singolo caso, ma per chi fosse interessato posso offrire i riferimenti. Il punto è che questo argomento non risponde affatto alla domanda. Non è quindi la mascherina a spiegare il fatto che questi paesi hanno gestito / risolto la diffusione del virus. Queste società, queste culture, queste persone concentrate nella stessa area del mondo hanno qualcosa d'altro in comune. Ma cosa?


"Culture stringenti e governi efficienti"

Un recente studio suggerisce, utilizzando un incrocio di dati statistici, che le nazioni che hanno "culture stringenti e governi efficienti" sono state le più efficaci nel limitare la crescita e la mortalità del COVID-19 (Gelfand et al 2020) . Esse (cioè le nazioni con governi il cui punteggio è alto nell'indice di efficienza pubblicato dalla Banca Mondiale) sono in grado di allocare rapidamente le risorse e coordinarsi efficacemente con i propri cittadini. E se queste persone appartengono a "culture stringenti", secondo la definizione di uno studio precedente, sempre di Gelfand (2011), esse sono più disponibili a seguire le istruzioni, aderire a un comportamento cooperativo, e avere poca tolleranza per la devianza. Questo argomento è sostenuto da una solida analisi statistica di dati provenienti da studi, a loro volta, solidi (l'Oxford COVID-19 Government Response Tracker, il già citato indice della Banca Mondiale, e l'articolo di Gelfand pubblicato su Science). E tuttavia, questo argomento non risponde pienamente alla domanda. Mio figlio Ettore, quando gli spiego una cosa, mi chiede sempre: Perché? E anche qui viene da chiedere un altro perché. Perché proprio in Asia Orientale è venuta a crearsi questa combinazione di "culture stringenti e governi efficienti"?


Individuo

Secondo il modello di Hofstede, i paesi dell'Asia Orientale summezionati presentano una combinazione di basso individualismo e alta distanza di potere. Per questo tendono a dare più valore alla comunità rispetto all'individuo. Nel contesto della pandemia, le persone si sono preoccupate molto meno della limitazione delle libertà individuali, rispetto a paesi come l'Italia. Questo, ovviamente, non vale necessariamente per tutti. Personalmente, non ho mai sentito che la mia libertà individuale fosse limitata.


Potere

Parlando di paesi con elevata distanza di potere, ci aspettiamo che le persone rispettino le restrizioni indipendentemente dal fatto di essere d'accordo o meno. Nonostante ci siano stati tentativi isolati (e forse inevitabili) di infrangere le regole anche in paesi dell'Asia Orientale, la maggioranza della popolazione si è attenuta alle istruzioni dei rispettivi governi. Le rivolte di massa e le proteste che abbiamo osservato negli Stati Uniti, in Germania, in Italia, in Francia, ecc., non hanno avuto luogo in Asia Orientale. Sarà di certo accaduto che alcuni cittadini di quell'area geo-culturale abbiano formulato teorie del complotto, in privato. Ma nel privato sono rimaste, perché loro non si sognerebbero mai di utilizzarle per creare consenso, unirsi e agire in opposizione alle narrazioni governative. Anche perché, se lo facessero e violassero la legge, sarebbero severamente puniti, tanto dalle autorità che dal giudizio collettivo.


Competenza

Un altro fenomeno che presumo non si stia osservando in Asia Orientale è la sfiducia del pubblico nei confronti degli scienziati. Una mia collega malese mi ha confermato che è così, nella sua esperienza a Singapore e in Malesia. Un altra collega di Hong Kong mi dice che anche li è così, e la popolazione di Hong Kong non è affatto incapace di alzare la voce quando è il caso. Sento ogni giorno cittadini cinesi che mi dicono che anche da loro la parola del medico è in qualche modo "sacra", e la mia esperienza in Giappone mi ha confermato che anche lì gli esperti godono di grande rispetto. In Italia è vero il contrario. Faccio del mio meglio per non ascoltare la rissa quotidiana tra questo e quell' "esperto", ma sono così rumorosi, e così tanto riproposti dalla stampa che è difficile non farlo. Ascolto la radio e li sento gridare teorie diverse coi loro toni al vetriolo, e attaccarsi l'un l'altro se non sono d'accordo. Sono cresciuto pensando che lo scontro fra intelletti fosse l'anticamera dell'eccellenza. La recente esperienza mi sta facendo cambiare idea.


"Non è vero. Anche i paesi asiatici hanno sacche demografiche con alti tassi d'infezione"

La domanda sulla quale sto ragionando è viziata. L'espressione "gestito / risolto" può essere considerata nel suo significato letterale soltanto se si prende in considerazione la maggioranza della popolazione e si evita deliberatamente di considerare le minoranze. Le persone fuori dalla portata dell'azione del governo spesso non sono incluse nei censimenti, e raramente ricevono l'attenzione dei media. A Singapore, in Malesia, Tailandia, Taiwan, Hong Kong, Corea del Sud, Giappone e sicuramente anche in Cina, un alto numero d'infezioni si è verificato all'interno di gruppi di lavoratori ai margini della società. Migranti, manodopera a basso costo, e lavoratori irregolari sono stati ospitati in condizioni di vita anti-igeniche dai loro datori di lavoro. Per questo sono rimasti vittime del virus, ma spesso le loro storie non sono state fatte contare.


Quando osserviamo il successo delle nazioni dell'Asia Orientale, dobbiamo sempre chiederci che cosa s'intende per "cittadini". Per approfondire ulteriormente questo aspetto, mi sono appena iscritto a un webinar organizzato dalla Waseda University in cui un team di ricercatori presenterà uno studio comparativo delle politiche migratorie e sanitarie in Giappone e altri paesi asiatici. Anche quest'anno quindi, mi toccherà portarvi notizie da Tokyo.




411 visualizzazioni8 commenti

8 comentarios


Rodolfo Maggio
Rodolfo Maggio
02 dic 2020

Già, la dipendenza, un termine che noi usiamo con toni per lo più negativi, anzi forse del tutto negativi, e che invece ad altre latitudini è così vicino alla definizione stessa di essere umani.


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ombretta.okely
ombretta.okely
02 dic 2020

riflessioni interessanti e documentate.. e resto in attesa delle news che ci prometti! mi chiedo invece quanto la "dipendenza" dallo stato giochi anche sui modelli per affrontare questa pandemia: individui, persone (al massimo famiglie) in Italia, comunità e regole collettive in Asia.. ma ne so troppo poco e ..aspetto altri sguardi

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davide stocchero
01 dic 2020

ciao Rodolfo, un post davvero stimolante. Metto anche io qualche spunto e riflessione che mi deriva da diverse fonti, sia lette che riportate da colleghi che lavorano in Asia e la conoscono meglio di me.


Focalizzarsi sulle mascherine sarebbe riduzionistico, ma è pur vero che il loro uso diffuso in Asia, principalmente per motivi di smog, ha fatto si che queste fossero disponibili in gran numero fin da subito, al contrario che in Europa. Non ne parliamo in Italia, erano diventate una nevrosi nazionale. Ne approfondisce antropologicamente la questione Lynteris qui https://www.tandfonline.com/doi/pdf/10.1080/01459740.2017.1423072


ottimo lo studio statistico a sostegno dell'ipotesi di Gelfand. Qui si parla di culture e efficienza organizzativa, sarebbe da approfondire anche il versante comportamentale, cioè come effettivamente si…


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Rodolfo Maggio
Rodolfo Maggio
28 nov 2020

Giuseppe, il tema è complesso e vasto (l’influenza della cultura sulla percezione di un virus semi-sconosciuto??). Per forza si finisce col dilungarsi sui molti aspetti che non sono ancora chiari. È per questo che ho scritto questo post. Spero che altre teste pensanti si uniscano per contribuire a formulare un pensiero sempre più coerente e articolato. Grazie per avermi aiutato in questo.


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caro Rodolfo,

ho letto con interesse il tuo lavoro e ti ringrazio per averlo segnalato. Concordo con quanto scrivi sulla confusione che stiamo vivendo qui in Italia grazie alle più diverse e disparete opinioni su questo, direi a questo punto tra virgolette, benedetto virus.

  1. perché ci ha permesso, qualora ce ne fosse stato bisogno, di vivere un dramma nazionale e di percepire che molti nostri connazionali segnano gravemente una assegna cognitiva ormai non più giustificabile in alcun modo.

  2. perché ora non ci sono più alibi: chi vuole può capire da che parte stare: scienza o fantasmi-scienza altresì detta delirio.

Non tardo però a dire che non è facile definire una persona delirante specialmente quando alla base della sua protesta vi…


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